Youssef Kafafy (2024)

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Youssef Kafafy aveva 17 anni ed era originario di un villaggio sito nel governatorato di Beheira, in Egitto.

Nel 2024 lascia il suo villaggio di origine e raggiunge la Libia. Impossibilitato a partire con un visto regolare che viene sistematicamente negato alla popolazione egiziana come a quella di altri Paesi a sud del Mediterraneo, Yussef decide di prendere la strada del mare per tentare di raggiungere l’Europa e iniziare una nuova vita.

La sua imbarcazione, partita da Zwara con 43 persone a bordo, naufraga nelle acque di Lampedusa il 7 luglio 2024 e circa due giorni dopo, il 9 luglio, il corpo di quello che poi sarà identificato come Youssef Kafafy, viene ritrovato dalla Guardia Costiera italiana sulle coste dell’area denominata “Tabaccara”.

Le notizie di giornale che circolano parlano di un minore egiziano che sarebbe stato recuperato a Lampedusa insieme ad altri due uomini adulti e parzialmente riconosciuto da alcuni viaggiatori di quella stessa imbarcazione che erano stati tratti in salvo.

La famiglia di Youssef, in particolare la madre e il padre del giovane, Mona e Elomda, contattano l’associazione Maldusa a Lampedusa per conoscere le sorti del proprio caro. Dopo pochi giorni Mem.Med entra in contatto con Mona che ci racconta di suo figlio:

“Youssef è nato sabato 13 gennaio 2007 alle cinque del pomeriggio. È stato il giorno più felice della mia vita, la mia prima gioia. L’ho visto crescere davanti ai miei occhi ogni giorno e con lui ero incredibilmente felice. Era un bambino molto bello, e crescendo diventò un giovane con cui condividevo tutto e con cui parlavamo di ogni cosa. Era un ragazzo eccezionale in tutti i sensi: molto intelligente, eccelleva negli studi, amato dai compagni di scuola. Suo padre lo amava profondamente e non gli negava mai nulla”.

Raccolte tutte le informazioni sul viaggio di Youssef e sulla sua storia, iniziamo a ricostruire la vicenda e a supportare Mouna nella ricerca. 

Un giorno insistette per viaggiare. Era al terzo anno di liceo e voleva migliorare il nostro tenore di vita. I preparativi furono semplici, e il momento della sua partenza arrivò rapidamente. Preparammo tutto senza sapere che, in realtà, stavamo preparando il suo addio. Il giorno dell’addio arrivò domenica 21 aprile 2024. Fu l’ultima volta che lo vidi e l’ultima volta che abbracciai il mio amato figlio. Ci lasciò per cinque mesi e viaggiò in Libia. Dopo quel periodo, si imbarcò su una barca dalla Libia. La mia ultima chiamata con il mio amato figlio fu venerdì 5 luglio 2024, alle cinque del pomeriggio. Mi stava salutando, e dopo di ciò, venne l’addio eterno nel giorno della sua morte, domenica 7 luglio 2024.”

Attraverso la procedura legale si apre un’interlocuzione con la Procura di Agrigento a cui viene trasmessa la denuncia di scomparsa e la richiesta di identificazione della salma che la famiglia suppone possa essere quella di Youssef, allegando tutte le informazioni biometriche e i dati ante mortem utili all’identificazione del corpo raccolte insieme ai familiari. 

Infine, la famiglia – per mezzo dell’avvocato- viene chiamata dalle autorità italiane ad effettuare riconoscimento visivo della salma. Data l’impossibilità per i parenti stretti di poter raggiungere l’Italia a causa del sistema dei visti, viene delegato un parente prossimo della famiglia, Ibrahim, residente nel nord Italia che decide di spostarsi subito in Sicilia per recarsi presso gli uffici di polizia locali. 

Nel mese di agosto, viene effettuato il riconoscimento della salma di Youssef attraverso l’esibizione delle fotografie scattate durante l’esame autoptico svolto dalla scientifica. Il verbale di riconoscimento formalizza l’identità e il nome di quella persona che fino a quel momento era stata collocata in un cimitero di Agrigento sotto la dicitura di “sconosciuto”. 

Ci attiviamo immediatamente per il rilascio del certificato di morte e, una volta ottenuto quello e il nulla osta al rimpatrio emesso dalla Procura, è finalmente possibile finalmente effettuare il trasporto del feretro in Egitto, dove Mona lo attende. 

Con il supporto dell’Ambasciata egiziana a Roma, il corpo di Youssef arriva a Il Cairo il 26 agosto 2024 dove vengono celebrati i riti funebri. 

La sua morte ha distrutto le nostre vite; era l’essenza della nostra esistenza. Ora lottiamo senza di lui, poiché era il più gentile, dolce e coraggioso dei giovani. Era una persona timorata di Dio, rispettosa verso tutti. Era sia il mio primogenito sia il più piccolo, la mia prima gioia, e ora il mio primo dolore. Odio la vita senza di lui. Youssef era un giovane semplice, bello, dolce e molto rispettoso. Sognavo per lui un futuro luminoso e una vita dignitosa. Desiderava persino mandare me e suo padre a compiere l’Hajj. Anche suo padre è distrutto senza di lui. Avevamo immaginato per lui un futuro brillante, ma ora è con Dio, godendo dei giardini del paradiso. Che Dio abbia misericordia di lui, lo perdoni e gli conceda il posto più alto in paradiso.

Riceviamo da Mona i video delle commemorazioni che si svolgono dall’altra parte del Mediterraneo e che coinvolgono tutta la famiglia e gli amici del giovane Youssef. 

“Youssef era per noi la cosa più preziosa e bella del mondo, la sua morte è molto difficile da sopportare, ci manca molto.  Voglio mandare tutti i ringraziamenti e la riconoscenza a tutti coloro che ci hanno aiutato a riportare Youssef a casa sua, anche con una parola gentile. Non importa quanto tempo passi, non dimenticheremo il nostro caro Youssef e saremo sempre qui a ricordare la sua morte ingiusta.”

Ci uniamo alla promessa di Mona per Youssef, promettendo di non dimenticarlo mai!

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