FEBBRAIO 2025
RUBRICA RESISTENZA AI CONFINI
In questa edizione della nostra rubrica, vogliamo ricordare Awa Diabaté e suo figlio Mohamed, che due anni fa, la notte del 5 febbraio 2023, hanno perso la vita nel Mediterraneo Centrale.
La loro morte è l’ennesima tragedia causata dalla brutalità delle frontiere e dalle politiche migratorie che criminalizzano il movimento delle persone, in particolare delle donne e dei bambini, spingendoli verso viaggi disperati e mortali. Tuttavia, questa edizione non si limita a raccontare la tragedia, ma celebra la lotta di Awa, il suo coraggio e la sua forza, e quella di tutte le donne migranti e rifugiate che, come lei, si sono battute contro l’abbandono e l’indifferenza. Awa era una di quelle donne che non si sono mai arrese di fronte all’ostilità delle istituzioni e alla violenza quotidiana delle frontiere.
Come molte altre donne migranti in Tunisia, si è unita a un movimento di resistenza, creando spazi di solidarietà e cura attraverso l’organizzazione di FreeFemmes, un progetto che ha dato vita a una sartoria sociale che ha permesso alle donne migranti e rifugiate di guadagnarsi da vivere e, al contempo, di ricostruire il loro senso di comunità.
La sartoria non era solo uno spazio di lavoro: era uno spazio di lotta, di cura reciproca, e di condivisione di esperienze, dove ogni punto di cucitura diventava un atto di resistenza contro le politiche di esclusione e di violenza.
Questa lotta è strettamente legata alle difficoltà e alle ingiustizie che le donne migranti e rifugiate affrontano in Tunisia, un paese che non solo manca di politiche di accoglienza efficaci, ma dove spesso le ONG e le organizzazioni internazionali non riescono a rispondere in modo adeguato ai bisogni delle persone migranti.
L’abbandono istituzionale è un problema radicato che costringe molte donne a vivere in condizioni precarie, senza un supporto concreto, e senza che le loro voci vengano ascoltate. Le donne di FreeFemmes, e di tanti altri gruppi di attiviste migranti, hanno dovuto fare fronte a questa realtà, trasformando il dolore e la solitudine in forza collettiva.
Le loro lotte quotidiane sono spesso invisibili, ma sono fondamentali per sfidare la logica delle frontiere e per restituire umanità a chi è trattato come “invisibile”. La morte di Awa e la sua lotta non si esauriscono nella sua tragedia.

La sua morte è un altro monito contro le politiche migratorie di esternalizzazione delle frontiere che si sono fatte sempre più rigide e violente, lasciando decine di migliaia di morti e dispersi. La sua vita, tuttavia, continua a vivere attraverso le lotte che ha alimentato e che ancora oggi vengono portate avanti da tante donne migranti.
L’esempio di Awa ci ricorda che la resistenza non è solo una questione di azioni visibili, ma anche di pratiche quotidiane di cura, solidarietà e creazione di alternative ai sistemi di esclusione.
Due anni dopo la morte di Awa, possiamo dire con orgoglio che quella lotta non è stata dimenticata.
La memoria di Awa e di tutte le altre donne come lei non può e non deve essere sepolta nel silenzio e nell’indifferenza. In questa edizione, vogliamo testimoniare non solo la morte di una madre e di un figlio, ma la resistenza che è emersa dalla loro perdita, e il potere delle donne migranti che, nonostante tutto, continuano a lottare per un futuro migliore. Awa, così come tutte le donne che hanno perso la vita o che ancora combattono, è una figura simbolica di quella lotta contro le frontiere, ma anche un esempio di come, dalla tragedia, nasca una forza collettiva che rifiuta di essere annientata dalla disperazione.
Oggi, ricordiamo Awa e suo figlio con amore e con determinazione, consapevoli che la sua morte non è stata invano. Continueremo a portare avanti la sua memoria, a lottare per la giustizia e per la fine di un sistema che abbandona le persone, soprattutto le donne, alla mercé delle frontiere. La sua lotta è la nostra lotta, e insieme, come sorelle e compagne, continueremo a tessere la trama della resistenza, con la stessa forza e determinazione che Awa ha dimostrato ogni giorno della sua vita.
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