Il 16 giugno 2024 Ishtiaq lascia la Libia a bordo di una “carretta del mare” per raggiungere l’Italia, Lampedusa, dove non arriverà mai.
Il 17 giugno è la nave Nadir della Ong tedesca ResqShip a recuperare 51 persone da un’imbarcazione in distress a bordo della quale vi sono anche 10 corpi privi di vita, tra cui quello di Ishtiaq, che si trovavano nel fondo della stiva. L’equipaggio di Nadir, per salvare dagli abissi del mare i corpi di queste persone, squarcia la stiva del mezzo ed estrae tutte le salme, riportandole sulla terra ferma insieme ai sopravvissuti. Una volta a terra, le salme sono seppellite in tre province della Sicilia: Caltanissetta, Agrigento, Enna.
Grazie all’Ong Resqship, alcuni attori della società civile e singoli ricercatori, cominciamo a ricostruire il viaggio e la storia di queste persone. Scopriamo che si tratta di 10 persone di nazionalità bengalese, tutti uomini.
Alam ci contatta dal Bangladesh il 22 giugno, è un caro amico di Ishtiaq, ha seguito con apprensione le notizie sui social e nei media internazionali:
“Ishtiaq non ha più chiamato la sua famiglia dopo la partenza dalla Libia. Non è una cosa normale, poiché è un figlio estremamente attento a suo padre e sua madre, che ha sempre aggiornato sulle sue condizioni e sulla sua situazione. Sono molto preoccupati e chiedono aiuto. Abbiamo saputo che alcuni bengalesi sono sopravvissuti ad un naufragio, che potrebbe essere quello dell’imbarcazione dove si trovava Ishtiaq. Potreste farci sapere chi sono? Dove sono? I parenti vorrebbero vedere delle foto, forse sta male e non può chiamarli”
Dopo qualche giorno di ricerca, appuriamo che non vi è purtroppo traccia di Ishtiaq tra i sopravvissuti. La famiglia è devastata. Attiviamo tutte le procedure necessarie e depositiamo la denuncia di scomparsa: sui corpi delle persone ritrovate vi sono oggetti personali e documenti, tra cui alcuni che portano ad ipotizzare che Ishtiaq sia tra le vittime. La famiglia chiede che il corpo possa tornare in patria.
La nostra associazione prende contatto con l’Ambasciata del Bangladesh, che è già al lavoro per aiutare le famiglie nella procedura per il riconoscimento dei corpi e si rende disponibile a sostenere le spese per il rimpatrio delle salme. In una prima fase, non si conosce bene l’esatta localizzazione dei corpi, che erano già stati sepolti; una volta verificata la posizione corretta, anche grazie ad un’agenzia funebre locale e al lavoro di alcune ricercatrici, siamo riuscite ad individuare la salma di Ishtiaq ed inviare la comunicazione alla Prefettura referente ed all’Ambasciata.
Il 23 Luglio Alam ci chiama dal Bangladesh mentre è nelle strade di Dhaka, dove è in corso da diversi giorni una protesta fiume contro il governo: il governo ha chiuso le università e bloccato le connessioni internet rendendo difficile la comunicazione. Alam ci chiede informazioni sui prossimi passi necessari per il rimpatrio della salma mentre si trova tra la folla di studenti che protesta chiedendo giustizia contro la riforma delle quote dell’impiego nel servizio pubblico (Legge sull’accesso ai concorsi pubblici). In Bangladesh dal 16 Luglio sono stati uccisi circa 200 manifestanti e vi sono diversi feriti e decine di migliaia di violenze da parte delle forze di sicurezza nazionali. Nelle strade vi sono centinaia di militari che hanno l’ordine di sparare a vista e vige il coprifuoco. Il 6 Agosto la premier Hasina è fuggita in India, l’esercito ha sciolto il Parlamento annunciando la formazione di un nuovo governo e le elezioni. La transizione è guidata dal premio nobel per la pace Mohammad Yunus.
Nel mezzo di queste vicende, la lotta di Alam non si ferma: una volta ottenuta l’autorizzazione all’estumulazione, il corpo del suo caro è stato rimpatriato il 22 settembre 2024.I restanti corpi dei cittadini bengalesi ritrovati dalla nave Nadir sono rimasti nei cimiteri siciliani per volontà delle famiglie stesse con le quali abbiamo recentemente avuto un incontro non solo per rappresentare le nostre condoglianze ma per rinnovare il nostro impegno in caso decidessero in futuro di far rientrare in Bangladesh i corpi dei propri cari.
Abbiamo ricevuto questo messaggio da Alam:
“Ishtiaq aveva il sogno di arrivare in Europa per vivere una vita migliore e riunirsi con i tanti amici che tempo fa avevano lasciato il paese. Voleva sostenere la sua famiglia che era in grandi difficoltà. Ha dovuto pagare un’ingente somma di denaro per attraversare il mediterraneo dalla Libia. I suoi sogni e le sue speranze sono morti con lui, lasciando una famiglia alle spalle totalmente devastata.”