Hamdi Besbes, tunisino originario di Monastir, è scomparso nelle acque di Lampedusa a luglio 2020. Hamdi si trovava su un peschereccio tunisino insieme ad altri pescatori. L’imbarcazione, giunta a Lampedusa, venne sequestrata e il suo equipaggio fu arrestato ma Hamdi non arrivò mai a terra e non fu più ritrovato.
Hamdi era un meccanico e un appassionato nuotatore. Amava il mare e la sua passione erano le immersioni subacquee di cui era diventato esperto dopo molti corsi svolti nelle acque di Monastir.
I fratelli e le sorelle di Hamdi erano i suoi più cari amici con cui aveva un rapporto intenso e speciale. Nel futuro di Hamdi c’era la possibilità di lavorare in un locale, sotto caso, sul lungomare cittadino, che i genitori avevano ristrutturato per adibirlo a café.
Dopo la scomparsa di Hamdi, sua madre Awatef e la sua famiglia – il padre Mohsen e la sorella Sarra – si sono più volte recati in Italia per cercarlo e interloquire con l’avvocato e la Procura di competenza.
Ad oggi quello di Hamdi è un caso ancora aperto poiché le indagini in Italia sono ancora in corso e non sono emerse ulteriori informazioni. Il più grande ostacolo alla scoperta della verità è stata la totale mancanza di collaborazione della Procura tunisina con quella italiana. Le due istituzioni hanno condotto separatamente le indagini. Inoltre, sul lato tunisino sono emersi tentativi di insabbiamento della verità che hanno rallentato l’inchiesta.
La famiglia ha provato ad arginare i depistaggi e la lentezza burocratica in tutti i modi e con il supporto di associazioni, attivistə e solidalə continua a fare pressioni affinché la storia di Hamdi non venga né dimenticata né nascosta e si possa arrivare alla verità.