Signor Console,
Siamo madri, sorelle e familiari di giovani tunisini scomparsi nel tentativo di attraversare ilmare. Siamo donne segnate da anni di attesa, silenzi, promesse disattese e da una continuae solitaria ricerca di verità e giustizia. Abbiamo deciso di rompere il silenzio e rivolgercidirettamente a Lei, non più per supplicare, ma per rivendicare. Perché è un nostro diritto – eun Suo dovere – rispondere alle nostre domande e assumersi le responsabilità che lo Statotunisino continua a eludere.
1. Verità e giustizia per i nostri figli e fratelli scomparsi
Chiediamo trasparenza, comunicazione e accesso alle informazioni riguardanti i casi discomparsa dei nostri cari.
Chiediamo spiegazioni sulla sparizione di Hamdi Besbes, meccanico a bordo delpeschereccio “Hadj Mohamed”, arrestato il 23 luglio 2020 a Lampedusa con migranti abordo. La famiglia ha ricevuto versioni contraddittorie dalle autorità tunisine: Hamdi primasarebbe stato ricoverato, poi fuggito, poi del tutto ignorato.
Chiediamo copia del presuntorapporto fornito al padre, che il Console Jaballah si è rifiutato di consegnare, e del rapportodell’assistente sociale che ha ascoltato il racconto di un minore presente sul peschereccio.
Chiediamo aggiornamenti sulle analisi del DNA realizzate in Tunisia (aprile 2021) e in Italia(ottobre 2021) e i risultati dei confronti genetici. Come può essere che, dopo anni, non siastata fornita alcuna risposta?
Chiediamo informazioni chiare sul destino di Mohamed Jamal El Mili e Bechir El Mili, scomparsi nel 2011, e di tutti i giovani partiti su imbarcazioni scomparse tra Tunisia e Italia.
Non è più accettabile che lo Stato non abbia mai offerto alcuna risposta dopo quattordicianni.
Chiediamo che questa rappresentanza diplomatica si assuma pubblicamente le sueresponsabilità. Denunciamo con forza:
● L’assenza di una struttura stabile di contatto e supporto alle famiglie tunisine deidispersi e dei migranti detenuti o morti in Italia, e l’assenza di comunicazioneproattiva da parte del Consolato. È inaccettabile che la società civile debba sostituirsialle istituzioni dello Stato per fare indagini, riconoscimenti, traslazioni e supporto allefamiglie.
● La complicità dello Stato tunisino nel processo di esternalizzazione delle frontiereeuropee, che trasforma la Tunisia in gendarme del Mediterraneo, in cambio di prestiticondizionati e favori diplomatici. La Tunisia ha firmato accordi informali e nontrasparenti con l’Italia e l’UE per impedire le partenze, per deportare migranti e perchiudere gli occhi sulle violazioni commesse nei CPR e nei centri di detenzione.
● Le condizioni disumane dei cittadini tunisini detenuti nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio in Italia, dove subiscono maltrattamenti, privazione di diritti, isolamento eumiliazione. Nessun funzionario consolare si è presentato per verificarne lecondizioni o ascoltare le loro denunce. I diritti fondamentali dei cittadini tunisinivengono calpestati con la piena complicità delle autorità tunisine.
● La pratica sistematica delle deportazioni forzate dalla Sicilia e dall’Italia verso laTunisia, spesso senza possibilità di appello legale, con voli settimanali organizzati insilenzio e in fretta, violando ogni principio di dignità e diritto alla difesa.
● L’inaccessibilità delle procedure per ottenere visti di ingresso legale in Italia, checostringe giovani, lavoratori e famiglie a intraprendere viaggi pericolosi e illegali. Daanni ottenere un appuntamento al Consolato per un visto è un miraggio: un sistemaopaco, arbitrario, corrotto e irresponsabile che criminalizza la mobilità e alimenta laclandestinità.
● L’assenza di trasparenza e di supporto nelle pratiche di identificazione delle personemigranti decedute in mare, lasciando centinaia di corpi senza nome, mentre lefamiglie aspettano risultati del DNA da anni, senza alcuna comunicazione ufficiale,trattate con disprezzo e indifferenza.
Signor Console, non è solo una questione amministrativa. È una questione politica emorale. Lo Stato tunisino è oggi responsabile della morte sociale di migliaia di giovani, nonsolo attraverso la sua inazione all’estero, ma anche per il contesto di disperazione chealimenta la harga: una crisi economica senza fine, un regime autoritario che ha cancellatoogni opposizione e libertà d’espressione, una società che spinge i giovani alla fuga e allamorte.
Il vostro silenzio, il vostro immobilismo, la vostra burocrazia assassina fanno parte delproblema. È tempo che il Consolato tunisino a Palermo:
● Istituisca immediatamente un referente ufficiale per i dispersi e le famiglie migranti,con numero e contatti pubblici.
● Dia seguito alle domande delle famiglie e fornisca copia dei rapporti e documentirelativi ai casi di scomparsa, senza ulteriori ritardi.
● Richieda e pubblichi un’indagine interna sugli accordi di rimpatrio con l’Italia e sullagestione dei CPR.
● Faccia pressione sulle autorità tunisine e italiane per garantire trasparenza, accessolegale alla mobilità e il rispetto dei diritti fondamentali di ogni cittadino.
● Collabori attivamente con la società civile, le associazioni e le famiglie nella ricercadei dispersi e nel processo di identificazione dei corpi. Finché queste richieste non verranno soddisfatte, continueremo a denunciare pubblicamentela vergogna e la responsabilità dello Stato tunisino, dei suoi rappresentanti e dei suoi accordimortali. Non ci fermeremo. Perché ogni vita conta. Perché ogni madre ha diritto alla verità.
Verità. Giustizia. Dignità. Ora.
Le madri tunisine, le sorelle, i familiari.Con il sostegno della società civile tra la Tunisia e l’Italia.

FR
Document de dénonciation et de revendication – Au Consulat de Tunisie à Palerme
Monsieur le Consul,
Nous sommes des mères, des sœurs et des proches de jeunes Tunisiens disparus en tentant detraverser la mer. Nous sommes des femmes marquées par des années d’attente, de silences, depromesses non tenues, et par une recherche constante et solitaire de vérité et de justice. Nous avonsdécidé de rompre le silence et de nous adresser directement à vous, non plus pour supplier, maispour revendiquer. Car c’est notre droit – et c’est votre devoir – de répondre à nos questions etd’assumer les responsabilités que l’État tunisien continue d’éluder.
1. Vérité et justice pour nos fils et frères disparus
Nous demandons de la transparence, de la communication et l’accès aux informations concernant lescas de disparition de nos proches.
Nous demandons des explications sur la disparition de Hamdi Besbes, mécanicien à bord du bateaude pêche “Hadj Mohamed”, arrêté le 23 juillet 2020 à Lampedusa avec des migrants à bord. Lafamille a reçu des versions contradictoires de la part des autorités tunisiennes : Hamdi aurait d’abordété hospitalisé, puis évadé, puis complètement ignoré. Nous demandons une copie du prétendurapport fourni au père, que le consul Jaballah a refusé de remettre, ainsi que le rapport de l’assistantesociale ayant écouté le récit d’un mineur présent sur le bateau.
Nous demandons des nouvelles concernant les analyses ADN réalisées en Tunisie (avril 2021) et enItalie (octobre 2021), ainsi que les résultats des comparaisons génétiques. Comment est-il possiblequ’aucune réponse ne nous ait été donnée après toutes ces années ?
Nous demandons des informations claires sur le sort de Mohamed Jamal El Mili et Bechir El Mili,disparus en 2011, ainsi que sur tous les jeunes partis sur des embarcations disparues entre la Tunisieet l’Italie. Il n’est plus acceptable que l’État n’ait jamais fourni de réponse après quatorze ans.
Nous demandons que cette représentation diplomatique assume publiquement sesresponsabilités. Nous dénonçons avec force :
● L’absence d’une structure stable de contact et de soutien aux familles tunisiennes desdisparus et des migrants détenus ou morts en Italie, et l’absence de communication proactivede la part du consulat. Il est inacceptable que la société civile doive se substituer auxinstitutions de l’État pour mener des enquêtes, reconnaître les corps, organiser desrapatriements et soutenir les familles.
● La complicité de l’État tunisien dans le processus d’externalisation des frontièreseuropéennes, qui transforme la Tunisie en gendarme de la Méditerranée, en échange deprêts conditionnés et de faveurs diplomatiques. La Tunisie a signé des accords informels etnon transparents avec l’Italie et l’UE pour empêcher les départs, expulser des migrants etfermer les yeux sur les violations commises dans les CPR et les centres de détention.
● Les conditions inhumaines des citoyens tunisiens détenus dans les Centres de Rétentionpour le Rapatriement en Italie, où ils subissent mauvais traitements, privation de droits,isolement et humiliations. Aucun fonctionnaire consulaire ne s’est présenté pour vérifier leursconditions ou écouter leurs dénonciations. Les droits fondamentaux des citoyens tunisienssont piétinés avec la pleine complicité des autorités tunisiennes.
● La pratique systématique des expulsions forcées depuis la Sicile et l’Italie vers la Tunisie,souvent sans possibilité de recours juridique, avec des vols hebdomadaires organisés dans lesilence et la précipitation, en violation de tout principe de dignité et de droit à la défense.
● L’inaccessibilité des procédures d’obtention de visa pour entrer légalement en Italie, quipousse les jeunes, les travailleurs et les familles à entreprendre des voyages dangereux etillégaux. Depuis des années, obtenir un rendez-vous au consulat pour un visa est un mirage :un système opaque, arbitraire, corrompu et irresponsable qui criminalise la mobilité etalimente la clandestinité.
● L’absence de transparence et de soutien dans les procédures d’identification des personnesmigrantes décédées en mer, laissant des centaines de corps sans nom, alors que les famillesattendent les résultats ADN depuis des années, sans aucune communication officielle,traitées avec mépris et indifférence.
Monsieur le Consul, ce n’est pas seulement une question administrative. C’est une question politiqueet morale. L’État tunisien est aujourd’hui responsable de la mort sociale de milliers de jeunes, nonseulement à travers son inaction à l’étranger, mais aussi par le contexte de désespoir qui alimente laharga : une crise économique sans fin, un régime autoritaire qui a supprimé toute opposition et touteliberté d’expression, une société qui pousse les jeunes à la fuite et à la mort.
Votre silence, votre immobilisme, votre bureaucratie assassine font partie du problème. Il esttemps que le consulat de Tunisie à Palerme :
● Établisse immédiatement un référent officiel pour les disparus et les familles migrantes, avecdes coordonnées publiques.
● Réponde aux demandes des familles et fournisse copie des rapports et documents relatifsaux cas de disparition, sans autre délai.
● Demande et publie une enquête interne sur les accords de rapatriement avec l’Italie et sur lagestion des CPR.
● Fasse pression sur les autorités tunisiennes et italiennes pour garantir la transparence,l’accès légal à la mobilité et le respect des droits fondamentaux de chaque citoyen.
● Collabore activement avec la société civile, les associations et les familles dans la recherchedes disparus et dans le processus d’identification des corps.
Tant que ces demandes ne seront pas satisfaites, nous continuerons à dénoncer publiquement lahonte et la responsabilité de l’État tunisien, de ses représentants et de ses accords mortels. Nous nenous arrêterons pas. Car chaque vie compte. Parce que chaque mère a droit à la vérité.
Vérité. Justice. Dignité. Maintenant.
Les mères tunisiennes, les sœurs, les proches. Avec le soutien de la société civile entre la Tunisie et l’Italie.
Les mères tunisiennes, les sœurs, les proches. Avec le soutien de la société civile entre la Tunisie etl’Italie.

EN
Document of Denunciation and Claim – To the Tunisian Consulate in Palermo
Dear Consul,
We are mothers, sisters, and relatives of young Tunisians who disappeared while attemptingto cross the sea. We are women marked by years of waiting, silence, broken promises, anda continuous and solitary search for truth and justice. We have decided to break the silenceand address you directly, no longer to beg, but to claim. Because it is our right—and yourduty—to answer our questions and take responsibility for what the Tunisian state continuesto evade.
1. Truth and Justice for Our Missing Sons and Brothers
We demand transparency, communication, and access to information regarding thedisappearances of our loved ones.
We seek explanations for the disappearance of Hamdi Besbes, a mechanic aboard thefishing boat “Hadj Mohamed,” arrested on July 23, 2020, in Lampedusa with migrants onboard. The family has received contradictory versions from Tunisian authorities: Hamdi wasfirst reported as hospitalized, then as having escaped, and later as entirely ignored. Werequest a copy of the alleged report provided to his father, which Consul Jaballah refused todeliver, and the report from the social worker who listened to the account of a minor presenton the fishing boat.
We request updates on the DNA analyses conducted in Tunisia (April 2021) and Italy (October 2021) and the results of the genetic comparisons. How is it possible that, afteryears, no response has been provided?
We seek clear information on the fate of Mohamed Jamal El Mili and Bechir El Mili, missingsince 2011, and all the young individuals who departed on missing boats between Tunisiaand Italy. It is no longer acceptable that the state has never offered any response afterfourteen years.
We demand that this diplomatic mission publicly assume its responsibilities. We stronglydenounce:
● The absence of a stable contact and support structure for Tunisian families of themissing and migrants detained or deceased in Italy, and the lack of proactivecommunication from the Consulate. It is unacceptable that civil society must replacestate institutions to conduct investigations, identifications, repatriations, and supportfor families.
● The complicity of the Tunisian state in the externalization process of Europeanborders, transforming Tunisia into the gendarme of the Mediterranean in exchange for conditional loans and diplomatic favors. Tunisia has signed informal andnon-transparent agreements with Italy and the EU to prevent departures, deportmigrants, and turn a blind eye to violations committed in CPRs and detention centers.
● The inhumane conditions of Tunisian citizens detained in the Centers for Repatriationin Italy, where they suffer mistreatment, deprivation of rights, isolation, andhumiliation. No consular official has appeared to verify their conditions or listen totheir complaints. The fundamental rights of Tunisian citizens are trampled upon withthe full complicity of Tunisian authorities.
● The systematic practice of forced deportations from Sicily and Italy to Tunisia, oftenwithout the possibility of legal appeal, with weekly flights organized silently andhastily, violating every principle of dignity and the right to defense.
● The inaccessibility of procedures to obtain legal entry visas to Italy, forcing youngpeople, workers, and families to undertake dangerous and illegal journeys. For years,obtaining an appointment at the Consulate for a visa has been a mirage: an opaque,arbitrary, corrupt, and irresponsible system that criminalizes mobility and fuelsclandestinity.
● The lack of transparency and support in the identification processes of deceasedmigrants at sea, leaving hundreds of nameless bodies, while families await DNAresults for years without any official communication, treated with contempt andindifference.
Dear Consul, this is not just an administrative issue. It is a political and moral matter. TheTunisian state is today responsible for the social death of thousands of young people, notonly through its inaction abroad but also due to the context of despair it fosters: an endlesseconomic crisis, an authoritarian regime that has erased all opposition and freedom ofexpression, a society that pushes young people to flee and to death.
Your silence, your inaction, your murderous bureaucracy are part of the problem. It is timefor the Tunisian Consulate in Palermo to:
● Immediately appoint an official contact person for the missing and migrant families,with a public number and contacts.
● Respond to the families’ requests and provide copies of reports and documentsrelated to the disappearance cases, without further delays.
● Request and publish an internal investigation into repatriation agreements with Italyand the management of CPRs.
● Pressure Tunisian and Italian authorities to ensure transparency, legal access tomobility, and respect for the fundamental rights of every citizen.
● Actively collaborate with civil society, associations, and families in the search for themissing and in the process of identifying bodies.
Until these demands are met, we will continue to publicly denounce the shame andresponsibility of the Tunisian state, its representatives, and its deadly agreements. We willnot stop. Because every life matters. Because every mother has the right to the truth.
Truth. Justice. Dignity. Now.
The Tunisian mothers, sisters, and relatives.
With the support of civil society between Tunisia and Italy.