Al di là del confine. Pratiche di resistenza e memoria contro le frontiere e le necropolitiche tra Italia e Tunisia

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MAGGIO 2025

La pubblicazione Al di là del confine rappresenta l’atto conclusivo della rubrica mensile Resistenze ai confini, uno spazio di narrazione collettiva nato all’interno del progetto NoMore: Monitoring Italian-Tunisian Border Practices, promosso dall’Associazione Mem.Med – Memoria Mediterranea in collaborazione con Oxfam Italia. Questo rapporto chiude un percorso di ricerca, scrittura e sensibilizzazione durato oltre un anno, volto a indagare le forme di violenza sistemica e le strategie di resistenza che si manifestano lungo il confine tra Italia e Tunisia, nel cuore del Mediterraneo centrale.

Nata con l’intento di ridare voce e dignità alle persone colpite dalle politiche di confine, la rubrica ha raccolto e pubblicato testimonianze, analisi e riflessioni critiche da parte di migranti, attivistə, ricercatorə e operatorə impegnatə sul campo. Ogni contributo ha alimentato un racconto corale che ha voluto rovesciare la narrazione dominante, trasformando il confine da spazio di esclusione a luogo di ascolto, memoria e solidarietà.

Rispetto ai numeri precedenti, questa pubblicazione finale propone una lettura più strutturale e posizionata del sistema di violenze generate dalla cooperazione tra Stati e autorità in materia di migrazione, attraverso un’indagine che si muove tra analisi qualitativa, inchiesta militante e ricerca d’archivio. La Tunisia viene qui esplorata come laboratorio avanzato delle politiche europee di esternalizzazione delle frontiere, resa artificialmente “paese sicuro” nonostante la repressione razzista, le deportazioni nel deserto, le torture e la criminalizzazione della società civile. Parallelamente, l’Italia – con un focus particolare sulla Sicilia – emerge come una frontiera carceraria, dove la detenzione amministrativa, la compressione dei diritti e l’opacità istituzionale si accompagnano a pratiche di abbandono e cancellazione dei corpi migranti.

Il report mette in luce la continuità tra la morte in mare e le pratiche di controllo a terra, analizzando i dispositivi giuridici, politici e simbolici che producono e legittimano queste forme di violenza. Tuttavia, a rendere questo lavoro radicalmente differente da una semplice denuncia, è l’attenzione costante alle pratiche quotidiane di resistenza, cura e solidarietà. Le storie raccontate sono quelle di chi resiste ogni giorno attraversando, vivendo e decostruendo i confini con il corpo, la memoria e il desiderio.

La metodologia adottata, consapevolmente posizionata e politica, si fonda su un intreccio di osservazione partecipante, raccolta di testimonianze, analisi di dati e documenti istituzionali, interviste con familiari delle vittime, operatorə, attivistə e persone migranti. Il report è dunque anche un esercizio di contro-narrazione, che rifiuta ogni neutralità e rivendica l’urgenza di schierarsi contro le necropolitiche che governano il Mediterraneo.

Il lavoro è il frutto dell’impegno del collettivo Mem.Med, attivo tra Sicilia e Tunisia, che da anni si occupa di documentare morti e sparizioni lungo le rotte migratorie, sostenere le famiglie nella ricerca di verità e giustizia, e costruire uno spazio transnazionale di memoria, denuncia e solidarietà. Il coordinamento scientifico e redazionale è a cura di Ludovica Gualandi, con progetto grafico di Sofia Baraldo e accompagnamento fotografico di Séverine Sajous. Hanno contribuito in maniera essenziale numerosi autori e autrici, tra cui: Annapaola Ammirati, Bintou Toure, Francesca Mazzuzi, Giovanni Terraneo, Giuseppe Platania, Hajer Ayachi, Jalila Taamallah, Sara Biasci, Silvia Di Meo, Sofia Stimmatini, Valentina Delli Gatti, Waffo Soho Laundry, Yasmine Accardo.

Infine, questo rapporto è un omaggio a chi attraversa e resiste, a chi non smette di lottare per il diritto alla vita, al lutto, alla memoria e alla giustizia. Un ringraziamento speciale va a tutte le famiglie in lotta, a chi ha condiviso con coraggio la propria storia, e alle reti di solidarietà che ogni giorno sfidano la logica dell’indifferenza.

“Al di là del confine” è più di una pubblicazione: è un atto politico di memoria, un gesto collettivo di restituzione e un invito alla responsabilità.

scarica qui il rapporto in PDF:

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