21-06-2025

Condividi:

Negli ultimi giorni la Rete contro il Confinamento ha ricevuto comunicazioni allarmanti dal CPR di Trapani Milo e di Pian del Lago di Caltanissetta. A Milo le persone detenute hanno comunicato quattro tentativi di suicidio, atti di autolesionismo gravi, e l’inizio di uno sciopero della fame. A Caltanissetta, ci è stato comunicato un tentativo di suicidio e uno sciopero della fame collettivo, che è stato per il momento sospeso. Trasmettiamo alcune testimonianze e situazioni raccolte in questo comunicato, che ci hanno chiesto di diffondere.
I CPR sono lager e vanno aboliti ora!

M. ha 69 anni ed ha diversi problemi di salute, eppure resta nel CPR di Trapani, dove si trova ormai da 9 mesi. B. ha un catetere vescicale ed anche lui è rinchiuso nel CPR. M. ha 19 anni, è in Italia da un anno e qualche mese, si trova da 4 mesi in detenzione ed ogni giorno assiste agli atti di autolesionismo dei compagni di modulo. Il tempo si ferma e diventa infinito in una detenzione feroce ed insopportabile di cui non si conosce la fine.
Due giorni fa, il 19 Giugno 2025, A. si è tagliato il collo ed è rimasto a terra mezz’ora prima che arrivassero i sanitari.

Gli episodi sono angoscianti e frequenti: ieri, il 20 Giugno 2025, ci sono stati comunicati tre tentati suicidi con la corda. O., una delle persone che è arrivata a questo gesto estremo, ci ha provato anche una seconda volta. Dopo essere stati tirati giù con grande difficoltà, nonostante la gravità della situazione, l’ambulanza è arrivata solo dopo circa un’ora e mezza dall’evento, alle 22.20. Gli interventi tardivi dei sanitari sono inaccettabili e ne vanno ricercate le cause.

Y.: “Non ne possiamo più. Ogni giorno, ogni giorno qualcuno si fa del male. Ogni giorno si fanno la corda. Voglio morire. È troppo duro qui. Basta. Non ne posso più. Siamo peggio di animali in gabbia a cui lanciano banane. Aiuto. Aiuto ogni giorno. Aiuto”

Perché le persone hanno tentato la corda?
G. “Il tempo qui non passa mai. Ci sta chi è qui da 5 mesi, chi da 9. E non ci sta fine, i giudici prorogano il trattenimento quasi sempre. Per loro non siamo niente.”

O. è a Trapani da 4 mesi ed ha saputo oggi che ve ne resterà ancora 2. “Per questo si è fatto la corda”, dice M., “Non ce la facciamo più. Questa è Guantanamo”.
B. “Si vede solo sangue. Ogni giorno. Sangue dappertutto. Nessuno se ne frega niente. Sai cosa sono 6 mesi qui? Tutta una vita. Tutta una vita. Io che ho fatto? Ho solo il permesso scaduto”.
“Qualcuno venga qui. Tirateci fuori di qui”.
G. “Da stasera siamo in sciopero della fame”.

Sempre M., che si trova in Italia da oltre 30 anni, ripete: “Alla mia età dovrei starmene tranquillo a casa a curarmi. Ho passato tutta la vita qui. Qui mi danno le medicine ed ho due farmaci salva vita. Ma sto male. Sto sempre male”. Dopo 9 mesi in CPR, M. ha importanti fragilità psichiche: la malattia fisica, la stanchezza, le impossibili condizioni di trattenimento ed il tempo che non passa mai.

Per molti l’unica via d’uscita è una corda al collo o il tagliarsi: “le ferite ed il male che ti fa questo posto almeno così si vedono” dice M. che ha saputo ieri che lo aspettano ancora tre lunghi mesi prima della prossima convalida. “E poi? Un’altra ed Un’altra? Come si può vivere così?”.

Anche al CPR di Pian Del Lago, a Caltanissetta, ci è stato comunicato uno sciopero della fame la settimana scorsa, a seguito di un altro tentativo di suicidio. Anche questo tentativo è avvenuto a seguito di una proroga eseguita su una persona che non era in uno stato compatibile alla detenzione.

Nessuna persona dovrebbe essere in CPR. Nel frattempo però, l’attuale governo va nella direzione opposta: ha prolungato i tempi massimi di detenzione a 18 mesi, una beffa grottesca verso le persone che lo stato tortura ogni giorno in questi posti. I CPR sono un dispositivo di morte e sofferenza inimmaginabile che lasciano i segni sul corpo e nella mente. La tortura fisica e psicologica viene prolungata dallo stato di costante incertezza che accompagna la detenzione all’interno dei CPR, non solo si prova la sofferenza delle condizioni aberranti a cui si e` costretti, ma non si conosce nemmeno la fine di questa situazione, convalida dopo convalida, punendo ancora e ancora la libertà di movimento e annullando, un passaggio alla volta, la speranza di uscire. I CPR sono l’emblema delle politiche carcerarie e di frontiera omicide dei nostri paesi. Devono essere chiusi, ora, tutti. Tutte le persone lì detenute vanno liberate immediatamente!

Rete siciliana contro il confinamento

Articoli recenti:

Torna in alto